Il progetto

 

Aby Warburg, Atlante Mnemosyne. Fonte

Atlas è una piattaforma digitale di immagini per la didattica della storia dell’arte nelle scuole superiori.

Il progetto è nato da una riflessione di Antonio Angelillo e Chiara Savettieri sui limiti dell’apprendimento scolastico della storia dell’arte, basato sui libri di testo, che suscitando un approccio fondamentalmente mnemonico, forniscono nozioni storiche fondamentali, ma si rivelano inadatti a stimolare lo studente a “vedere” e a sviluppare autonomamente dei discorsi sulle opere. Partendo dunque dalla necessità di restituire centralità alla visione come atto conoscitivo cruciale, Antonio Angelillo e Chiara Savettieri hanno elaborato un sistema che trae ispirazione dalla raccolta di immagini di Aby Warburg (Atlas. Mnemosyne), e che in generale utilizza la nozione di Atlante come strumento ermeneutico in cui non il discorso verbale, ma l’apparato di riproduzioni fotografiche gioca il ruolo primario (si pensi alla funzione insostituibile delle tavole di Giovanni Previtali ne La fortuna dei primitivi del 1964). Il sistema “Atlante”, infatti, offre infinite possibilità di collegare tra loro immagini simili o diverse, stimolando in modo efficace e creativo le capacità associative dello studente. Per soddisfare questa finalità si è pensato di sfruttare le risorse che vengono dall’informatica, elaborando così, col contributo della prof.ssa Sonia Maffei e degli informatici del Polo 4 dell’Università di Pisa, un sito che renda possibile l’inserimento e la ricerca di immagini nella modalità più facile e anche più duttile possibile.

La piattaforma digitale permette di mettere in atto un laboratorio sperimentale che coinvolge le quattro classi terze del Liceo “Scipio Slataper” del Polo liceale di Gorizia, seguite in aula dal prof. Angelillo, con la consulenza metodologica di Chiara Savettieri. Il laboratorio è stato formalizzato da una convenzione tra il Polo liceale e il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa nell’ambito della Terza missione (che mette in relazione l’Università con realtà esterne ad essa come la scuola). Esso si propone di fare sperimentare concretamente agli alunni come si fa una ricerca tematica di opere d’arte e come le medesime opere possano essere osservate sia dal punto di vista iconografico sia dal punto di vista stilistico. In prima istanza, la ricerca è di tipo tematico di ascendenza warburghiana e panofskiana: si tratta di osservare quali sono le caratteristiche iconografiche per determinate categorie di rappresentazioni, osservare le persistenze nel tempo e in civiltà diverse di certi modi di raffigurazioni, e le variazioni innumerevoli. In seconda battuta, attraverso i tag, le medesime immagini vengono osservate secondo categorie di tipo formale. L’idea è quella di introdurre per l’appunto le categorie di iconografia e stile attraverso un lavoro individuale e in gruppo (cooperative learning) che li coinvolga in prima persona e che li costringa a osservare con attenzione le opere per riscontrare analogie e differenze, possibili associazioni. Il lavoro collettivo è fondamentale per sviluppare una consapevolezza di sé all’interno del gruppo e per sperimentare come nelle ricerche sia necessaria una collaborazione tra individui, che mettono a disposizione degli altri le loro competenze. Il rischio di schematismo nell’uso delle tag viene risolto proprio attraverso la fase discorsiva in cui la scelta di certe categorie rispetto ad altre viene discussa, problematizzata e inserita in un percorso complesso. Inoltre la ricerca introduce un’attività in cui internet diventa uno strumento di conoscenza aggiunto allo studio della Storia dell’Arte attraverso l’uso sistematico, consapevole e disciplinato delle immagini, fornendo in tal modo un contributo alla formazione digitale dello studente.

Il laboratorio, dunque, facendo leva sullo strumento informatico, si propone di superare l’impostazione manualistica e nozionistica dei libri di testo, che spesso presentano un numero ridottissimo di immagini e che in certi casi non si preoccupano di fornire un metodo di approccio visivo all’opera d’arte, ma una successione di dati da ricordare. Il laboratorio ovviamente non vuole sostituirsi per questo al libro di testo, che resta la base essenziale per la conoscenza di informazioni cronologiche, geo-storiche e culturali, ma di integrarlo mettendo al centro l’alunno, che viene fortemente e soprattutto attivamente sollecitato nella sua capacità di cercare immagini e metterle in relazione secondo parole-chiave opportunamente scelte. L’obiettivo finale è quello di far acquisire all’alunno un metodo di esame delle opere, che diventerà uno strumento attraverso il quale potrà accostarsi al linguaggio visivo, anche contemporaneo, in tutte le sue forme (anche pubblicità, design, cinema). Il progetto ha infine l’ambizione di favorire il possibile sviluppo di meccanismi e automatismi cognitivi utili più in generale alla costruzione di collegamenti logici necessari ad argomentare discorsi via via più complessi. 

Nota: per motivi di copyright delle immagini e di privacy degli studenti, l’accesso all’Atlante è riservato.